Skip to content

Confraternita
San Giacomo Apostolo Maggiore

La confraternita di San Giacomo Apostolo di Capizzi, già esistita in passato, è stata nuovamente istituita il 15 Aprile 2007 in occasione della festa della Domenica Novella o in Albis.

Il suo statuto è stato approvato da sua Eccellenza Ignazio Zambito, vescovo di Patti, e dall’arciprete don Luigi Cardella, il 15 Febbraio 2007.

Nel corso delle processioni si trova collocata in penultima posizione, o meglio ancora davanti la confraternita del Santissimo Sacramento.

 

La confraternita a partire dal 2007 parteciperà a tutte le processioni come da statuto ed alla processione delle Sante Reliquie insieme alla confraternita di San Bartolomeo Apostolo.

La Madonna delle Grazie è la particolare protettrice della confraternita.

Vestiario

Il vestiario dei confrati non consiste nella solita cappa, ma in un mantello color rosso, con un colletto rigido di color giallo, con inciso uno dei simboli di San Giacomo: la croce Jacobea formata da una spada dall’elsa grigliata.

I confrati inoltre indossano un medaglione in oro con incisi i simboli del pellegrino (bastone, borraccia, cappello e conchiglia) e il busto reciso di San Giacomo.

I membri della confraternita oltre ad essere obbedienti, devono dedicarsi al culto, alla devozione e decoro verso il Santuario, devono accogliere i pellegrini e collaborare assiduamente per la festa del Santo Apostolo (dallo statuto della confraternita Art. 11.2).

Confraternita Iacobea in Sicilia

Questa confraternità è in ordine di tempo, l’ultima confraternita Iacobea nata in Sicilia; le altre confraternite Jacobee siciliane sono quella di Camaro, Gratteri, Geraci Siculo, Castiglione di Sicilia, Paternò, Ragusa, Villarosa e Galati Mamertino.

Bisogna anche sottolineare che Capizzi è, dopo Santiago, la più antica città d’Europa, a celebrare in modo così spettacolare, imponente e solenne la festa di San Giacomo.

Meriterebbe pertanto di fregiarsi del titolo di prima Capitale Jacobea, onorificenza riconosciuta invece alla città di Caltagirone.

A questo cospetto, bisogna ricordare che fino agli anni 1940-45 la città di Caltagirone si “sottoponeva” alla città di Capizzi, pagando un dazio, che consisteva nel mandare 30 chilogrammi di torrone in occasione della festa della nostra città.